Quando
si è innamorati cotti è il momento peggiore per sposarsi.
Non
c’è niente che ottenebri di più il cervello come l’amore e poiché
(teoricamente) il matrimonio dovrebbe durare tutta la vita, con la mente
ottenebrata dalle pulsioni più irrazionali del mondo, risultiamo tutti dei
dementi, incapaci di vedere la realtà così come realmente è, ma solo in una versione geneticamente
modificata.
I nostri avi questo l’avevano capito perfettamente;
infatti ai loro tempi i matrimoni erano tutti combinati. Ci si sedeva a tavolino e se lui era vecchio e ricco e
lei giovane e povera il matrimonio
sarebbe partito con ottime premesse.
Prova
ne sia che quei matrimoni duravano una vita intera. Chi dice che la durata era
strettamente legata alla mancanza del divorzio, è un malpensante.
Inoltre,
se qualcuno non avesse pensato a combinare il primo matrimonio della storia,
noi non saremo qui, e mi riferisco ad Adamo ed Eva.
Ma
oggi, escludendo i matrimoni combinati e partendo dall’assunto che avvinghiati
nelle spire dell’amore non possiamo essere assolutamente oggettivi, mi direte:
ma allora quando è meglio sposarsi?
Credo
che, per avere delle buone possibilità che il matrimonio duri più di un nano
secondo, si debba aspettare quel momento esatto (non prima e PORCO CANE!
neanche dopo) in cui lui smetta di
sembrare quel gran figo, affascinante, acuto e con gran senso dell’umorismo, e
lei smetta di apparire dolce, sexy e un po’ geisha.
Il
guaio è che, affinché si giunga a questa folgorazione, ci si deve necessariamente
sposare.
Ripeto... moglio non rischiare... e poi proprio chi ama il matrimonio preferisce non sposarsi ;)
RispondiEliminaPeccato, speravo di trovare qualcuno che non la pensa così :P
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