lunedì 15 ottobre 2012

Le donne non fanno ridere


Questo sosterrebbero alcuni prestigiosissimi studi americani. In pratica, percentualmente, ci sarebbero più uomini che donne divertenti. Ma sarà vero?
Non voglio certo contraddire i “prestigiosissimi” studi, ma forse è bene fare un po’ di chiarezza.

Parrebbe, per esempio, che le donne non raccontino barzellette a sfondo sessuale se nel gruppo ci sono degli uomini, mentre questi ultimi non fanno distinzione di sesso, cioè non si mettono alcun problema se nel gruppo ci sono delle donne. Ma questo non varrebbe per le donne di Hong Kong che, a quanto pare, raccontano moltissime barzellette a sfondo sessuale, più delle americane e delle europee. Forse le donne di Hong Kong sono più disinibite delle altre? O sarà forse che gli uomini di Hong Kong non hanno pregiudizi nei confronti delle donne che raccontano barzellette a sfondo sessuale?

Dunque, escludendo le donne di Hong Kong (che sono delle gran simpaticone), l’umorismo sembrerebbe un tratto prevalentemente maschile. La donna che racconta troppe barzellette (per giunta a sfondo sessuale) probabilmente viene  percepita come “poco seria”, e questo non avrebbe niente a che vedere con l’umorismo.

 Ma forse la spiegazione è un’altra. Probabilmente l’uomo occidentale  vuole vedere nella donna o la madre dei propri figli o la realizzatrice dei propri reconditi desideri. Nessuna delle due opzioni andrebbe d’accordo con l’umorismo, perché dare alla luce un figlio ha ben poco a che vedere col divertimento; non parliamo poi della seconda possibilità, che potrebbe sì avere a che fare col divertimento ma di altro tipo (non c’è niente che smorzi una performance sessuale come una risata nel momento sbagliato).

Dunque, gli esperti sull'argomento dicono che  l’umorismo è un dominio prettamente maschile, ecco perché ci sarebbero più uomini che donne diverti, anche se non sono in grado di dirci il perché.
Grazie tante, eminenti studiosi. Nell'attesa di maggiori delucidazioni da parte vostra, vado a farmi una sana risata.

domenica 14 ottobre 2012

Recensione di Adriana Pasetto ad Appuntamento al buio


Appuntamento al buio è l'opera prima di Maria Letizia Musu, edita da SensoInverso nel 2010. Il romanzo tratta principalmente il rapporto tra una madre e un figlio ormai trentenne che non riesce però a tagliare il cordone ombelicale: Dario lavora in una casa editrice, vive da solo eppure sua madre gli riserva lauti pasti consegnati a domicilio e non solo. Infatti, come svelato nel titolo, la madre di Dario è convinta di dover trovare per lui la donna della vita, tanto da organizzargli infine un appuntamento al buio. Come finirà? Le mamme a volte hanno ragione e tante altre volte no. 

Il libro, oltre alla trama fin qui esposta, è però caratterizzato dall'utilizzo di una forte ironia e di un umorismo difficilmente riscontrabili altrove e meritevoli certamente di un pubblico ben più vasto. L'autrice riesce in ogni frase non solo a far sorridere il lettore ma anche a colpire precisamente il punto centrale della questione, andando così a descrivere effettivamente ciò che può avvenire nel rapporto tra madre e figlio. Ciò che colpisce è sicuramente l'utilizzo di un protagonista maschile, mentre l'autrice è donna, ma questo è ben spiegato nella presentazione del libro (che potrete trovare qui). In un viaggio tra realtà e pazzia, Dario lascerà al lettore il piacere di scoprire lentamente la sua personalità e forse scoprirà le risposte che cerca sin dall'infanzia.

Un'autrice da non lasciarsi scappare e un'opera da avere sul comodino per passare qualche ora di grande ilarità. L'umorismo è un'arte che spesso in molti provano a praticare senza però saperlo fare; scrivere opere umoristiche è ben più complesso di quello che si può immaginare e l'autrice in questo caso ci mostra perfettamente l'insieme degli elementi che un romanzo houmor dovrebbe avere.

Adriana Pasetto

lunedì 1 ottobre 2012

Lunedì odio tutti





Carburo lentamente, molto lentamente. Per essere in sincronia con la settimana che inizia,  il mio lunedì dovrebbe iniziare il martedì, per intenderci.
Odio praticamente tutti e siete pregati di salutarmi con un cenno e possibilmente da lontano. Non tollererei un: "E allora, come va?".
Come va?
COME VA???
Ve lo dico io come va. Va che l'uomo non è fatto per lavorare, lavorare è contro natura e la natura non dimentica. Forse che gli animali o le piante hanno bisogno di lavorare? No.
Solo noi siamo così presuntuosi da volerlo fare.
Ma un giorno saremo puniti per questo moto d'orgoglio.
Buon lunedì a tutti.